Senegal in Camper - 2006 (con VIDEO)

Appunti di Viaggio: Senegal 2006 in Camper
(i Video in fondo pagina)

febbraio 2006

Dopo aver attraversato Marocco e Mauritania, ieri sera siamo giunti a Saint Louis, in Senegal, citta’ a 260 km a nord della capitale Dakar che visiteremo nei prossimi giorni.
Un viaggio che, a tutt'oggi, ben pochi camperisti hanno potuto fare, a causa della ancora inesistente nuova strada asfaltata di circa 460 km che, attraversando il Deserto del Sahara, da nord a sud, collega la citta' di  Nouadhibou a Nouackchott, la capitale mauritana, strada che finalmente e' stata terminata ed aperta solo 3 mesi fa (novembre 2005).



L'intero percorso per giungere sin qui, e' stato forse anche avventuroso, ma prevalentemente emozionante nell'attraversare realta' desertiche con sporadici villaggi, ambienti cosi' diverse dai  nostri, in cui vivono esseri umani uguali a noi, ma che, contrariamente a noi, vivono in ambienti e condizioni decisamente degradanti ed a volte oserei dire inimmaginabili.
Dei 4 equipaggi di camperisti italiani che eravamo, due di essi, ci hanno ripensato e non se la sono piu sentita di proseguire, impauriti, probabilmente dall’aver ascoltato che un altro camperista era stato quasi “sequestrato” (sue letterali parole) assieme alla moglie, da presunti “predoni” mauritani, dopo essere rimasto in mezzo al deserto col mezzo guasto a causa dell'acqua nel gasolio (personalmente penso che non ci sia stato nessun “sequestro di persona” e che “qualcuno” si sia rifiutato di pagare coloro a cui si era rivolto, credendo di potergli riparare il camper con un motore Common Rail…. con il quale e’ abbastanza difficile, nel deserto, poterlo far ripartire, avendo dell’acqua nel gasolio).

Fatto sta che costui nel raccontarla in giro, ha proseguito a fare “ terrorismo psicologico “ in tutti coloro che avevano la sfortuna di ascoltarlo.
Alla fine un solo equipaggio, ha deciso di proseguire con me verso il Senegal, Alberto e Carmen. Gli altri 2 equipaggi, hanno avuto paura di proseguire e sono tornati indietro. 

Al confine mauritano/senegalese di “Rosso”, abbiamo rischiato piu’ volte di insabbiarci (la cosiddetta area “doganale” mauritana  e' in pratica fatta di..sabbia.. sic!! Infine, superato il confine e caricati i Camper sullo striminzito traghetto, dopo circa 20 minuti di attraversamneto del fiume Senegal,siamo giunti alla dogana del Rosso Senegalese (le 2 localita' si chiamano tutte e 2 cosi') e dopo le estenuanti pratiche doganali, per oltre 50 km la strada, era piena di pericolose buche che a volte sembravano piccoli crateri e per giunta, costretti a percorrerla anche al buio, perche’ in questa famigerata dogana senegalese, (“bestia nera” di tutti gli escursionisti europei in Africa, definita da molti, come “taglieggiatrice” dei malcapitati che l’attraversano) essendomi “rifiutato” di sottopormi al rito del "ricco" cadeau ci hanno vessato, “dimenticandosi” quasi di noi e riconsegnandoci i passaporti alle 22,00 (appunto… col buio). In questi casi, “calma e determinazione” debbono essere le “bandiere” a cui affidarsi, in modo da superare piu’ agevolmente tutte le “ asperità” …non disdegnando nel contempo di divertirsi, trovando gli immancabili lati comici della vicenda.
Ed ora eccoci qui, da dove vi sto scrivendo e cioe’ dall’Hotel  Dior di Saint Louis in Senegal (2^ citta’ ed ex-capitale di questo paese) ... che fa anche da Camping, addirittura con internet cafe’ per poter comunicare con l’Italia. Cosa volevamo di più?

Purtroppo qui in Africa ( e non solo) se viaggi con un tuo mezzo, per attraversare i confini, ti viene, quasi sempre, chiesto il famoso "bakshik” o se volete "cadeau" e questo, purche’ modesto (max 5/10 euro), potrebbe anche essere concesso, ma altre volte (abbastanza di frequente) trovano speciosi cavilli al mezzo o ai documenti o alle cose che trasporti (in pratica… pretesti) per poterti fare delle richieste molto piu’ pesanti di 300 o 400 euro a persona o ad equipaggio, per il solo fatto di metterti un timbro ed autorizzarti a entrare (o uscire) nel paese, (cosa di cui non avrebbero nessun diritto, ma.. forti della divisa..) e costringendoti, in taluni casi, addirittura a tornare indietro e purtroppo tutto questo a “Rosso”, in Senegal e’ prassi assai diffusa. E pensare che come turisti, portiamo una sia pur minima “ricchezza”,che va senz'altro a giovamento della loro economia.
Mah!?! Valli a capire.
E…non e’ finita. Lungo i circa 120 km che dal confine di Rosso, conducono a Saint Louis, ai vari posti di blocco, in media uno ogni 20/30 km circa, se non “capivi” di mettere in mano al miliziano di turno, qualche "euro" , venivi minuziosamente controllato di: passaporto, documenti, luci, frecce, freni, estintori, triangoli, gomme e chi piu’ ne ha piu’ ne metta..(siamo stati sottoposti a ben 3 controlli!!! Ma non abbiamo.. capitolato..)

Nella deprecata ipotesi, pero' che dovessero "trovare" qualcosa che non va, o mancasse qualche dotazione di bordo, le richieste di “ammenda” partirebbero da cifre altissime, (cosi’.. possono meglio “contrattare”).
In questi casi, essere calmi,fermi e determinati, ma col sorriso: “Resistere” ahahhhhh!!!
Qualora doveste realmente trovarvi in difetto, contrattare eventualmente l’ammenda, ma pagare senza discutere!!,: Chiedendo regolare (e legale) ricevuta.(..che normalmente non amano fare.. altrimenti non possono intascare loro)

Per nostra fortuna, non si sono potuti “aggrappare” a nessun presunto “difetto” del mezzo, essendo il mio un “giovincello” di appena 7 mesi.

Il lato “comico” della vicenda e’ che, mentre i nostri nuovi mezzi, venivano sottoposti a severi (speciosi) “controlli” da polizia o gendarmeria, sulla strada nel frattempo, transitavano, auto cosi’ sgarrupate, ma cosi’ sgarrupate che peggiori, non pensavamo potessero esisterne: chi senza fari, altre senza parafango, frecce neppure a parlarne, i tergivetro erano degli optional..quasi tutte sovraccariche di uomini ed animali…. c’era da scompisciarsi dalle risate, poiche' lo facevamo notare al gendarme di turno.. ma lui rispondeva: che problema c'e'? hihihihihi.

Per i rifornimenti del mezzo e per evitare che assieme al gasolio ci potesse essere anche dell’acqua, abbiamo “escogitato” , non avendo altro, l’empirica prova finestra (o meglio… bottiglia): farsi prima versare 2/3 litri di gasolio in boccioni di plastica trasparente,(quelli dell’acqua minerale) quindi lasciarli sotto il sole per piu’ di mezz’ora e se non avviene la scissione chimica, acqua(sotto)/gasolio(sopra), ci avviciniamo alla colonnina per fare il pieno, altrimenti.. nisba.. e partiamo per cercare altre stazioni piu’ sicure.
Normalmente pero' le aree di servizio con il marchio delle piu’ note aziende petrolifere, (Total, Chevron, Esso, Shell ecc. ecc.) in cui molte auto locali, fanno rifornimento, sono risultate indenne da rischi “idrici”.


Scusate se eventualmente commetto degli errori , ma scrivo in questo internet-point davanti ad una tastiera senegalo/araba e i tasti della punteggiatura, debbo cercarli con molta calma, perche' molti....addirittura ...mancano …

Adesso termino e per farvi un po' d'invidia, v’informo che qui oggi c'erano quasi 35 gradi e domani se ne prevedono 36.
Stiamo tutti bene e pensiamo di esserlo anche per i giorni a venire.
Infine.. mi raccomando: tenete duro dal pungente freddo europeo, almeno fino al nostro rientro di Aprile.
Un “Ciao” a tutti...dall’Afrique!!!
Michele e Anita

....continua...
febbraio 2006
Dopo aver visitato Saint Louis con i suoi antichi, coloniali e  massicci ponti in ferro che uniscono la citta’ del delta, tramite una guida siamo entrati nella Riserva faunistica del “Gueumbeul” (da ricordare che il Senegal e’ stato il primo stato africano, nel 1987, ad accedere alla Convenzione di Berna, particolarmente importante per quanto riguarda gli uccelli migratori. Infatti questo Stato, annovera ben 4 Patrimoni Mondiali dell'Umanità: il Parco Nazionale degli Uccelli di Djoudj ; l’isola di Goree’ ; il Niokolo-Koba National Park e la stessa antica citta’ di Saint Louis, con l’adiacente Parco Nazionale de la “ Langue de Barbarie” ) siamo quindi partiti per Dakar.


Lungo i circa 260 km che ci separavano dalla capitale, abbiamo visitato il Zebra-Bar, un camping-oasi lungo il fiume, punto di riferimento di quasi tutti i fuoristradisti 4x4, che attraversano l'Africa, gestito da europei e a circa 150 km dalla capitale, mentre eravamo in sosta per ammirare i magnifici, giganteschi BaoBab, abbiamo assistito, a poche decine di metri da noi, ad una vera e propria scena da savana africana.
Un nutrito stormo di avvoltoi, finito di volteggiare sopra le nostre teste, si e’ avventato sulla carcassa di una povera bestia, (Asino? Mucca?) morta in un terreno poco distante dalla strada e sulla cui scena, abbiamo ampiamente ripreso le violente "azzuffate" di predominio, scatenatesi fra i goffi pennuti, per garantirsi una sostanziosa “beccata” nel ventre ormai putrefatto della bestia. In men che non si dica, gli “spazzini” avevano lautamente fatto “colazione”.
Ripreso il cammino, siamo giunti nella citta’ di Thiès, per recarci al Camping di “Gilbert”, ma giunti davanti al cancello, abbiamo dovuto constatare che l’entrata era troppo stretta per i nostri camper e siamo stati costretti a proseguire per Dakar, decidendo pero’ di non entrare nella caotica citta’ con i nostri mezzi, ma di dirigerci lungo la costa sud, facendo sosta nel paesino di Toubab Dialao.
Il giorno seguente, dopo aver “contrattato” un taxi, con Tierno Ba, l’amico che ci ha ospitato e che, la sera prima ci aveva cucinato una pizza senegalese, nel locale del suo amico, siamo partiti, a bordo di una sgangherata Mercedes, alla volta di Dakar, per imbarcarci e raggiungere l’isola di Goree’.
Giunti sull’isola, con forte emozione abbiamo visitato la famigerata “ Maison d’Esclaves” nella quale il suo direttore, l'ormai noto “ Yo NDaye” vestito con la sua Djellaba verde, ci ha intrattenuto, spiegandoci le atroci sofferenze degli oltre 10 milioni di schiavi deportati.
Terminata la visita, siamo ritornati a Dakar, visitando la citta’.
Il giorno successivo, siamo partiti per M’Bour, citta’ a circa 100 km a sud di Dakar, transitando lungo la litoranea per visitare i vari paesini che si succedono lungo la costa, come Somone, Popenguine, Saly ed altri.
Dopo alcuni giorni siamo rientrati in Mauritania da dove vi sto scrivendo.
Qui abbiamo "campeggiato" …oddio… si fa per dire - sulla spiaggia dell'oceano in una posizione incantevole dove al mattino ci sono albe mozzafiato e la sera assistiamo a tramonti struggenti e bellissimi dove il cielo si colora di rosso fuoco con cammelli e tuareg che dolcemente si stagliano all' orizzonte, creando quell'effetto cartolina che spesse volte abbiamo ammirato in album fotografici.
Un silenzio rotto solo dal vento teso che a volte spira dal Sahara.
La laguna che ci circonda, si riempie spesso di pellicani, aironi, fenicotteri, trampolieri e tante altre varietà di uccelli migratori e noi li, a fare birdwatching con la massima discrezione per non disturbarli nel loro areale ed armati di video e foto prendiamo la mira per immortalare il decollo o l'atterraggio di ordinati stormi di "flamencos” (fenicotteri) mentre protendono le loro magnifiche ed eleganti aperture alari.
Siamo anche neri da far invidia perchè, pur essendo a fine febbraio, qui di giorno si toccano i 31- 32 gradi ed il caldo aumenta sempre di piu', figuriamoci d' estate cosa potra' esserci.
La notte invece il termometro scende anche di 15 gradi.
Ora termino, sperando di aver fatto "virtualmente" sentire anche a voi, nel grigiore del nord Italia, il nostro reale caldo che qui a volte, e' sin troppo.
A breve abbandoneremo anche la Mauritania per rientrare nel Sahara Occidentale e poi in Marocco;
Dobbiamo ancora percorrere circa 2500 Km per raggiungere Tangeri.


Nei giorni scorsi abbiamo avuto un piccolo problema con la pompa dell'acqua del camper ma in meno di 24 ore la DHL ce l'ha fatta recapitare a Nouakchott, la capitale Mauritana ed ora e' tutto OK.
Scusate per le punteggiature, ma sono sempre in perenne lotta con le tastiere, stavolta arabe/mauritane, le cui lettere sui tasti non si leggono piu' e bisogna intuire il tasto giusto.

Volevo infine aggiungere, sempre in tema di "invidia" che qui assistiamo alla pesca dei lulu,(deformazione del francese "loup") sarebbero i nostri branzini/spigole, grandi aragoste e corvine di 30 e passa kg e la nostra dieta è ormai solo a pesce.

Bene, e’ tardi, nuovamente ciao e tenete sempre duro, soprattutto rivolto a chi lavora, mentre noi, qui, facciamo del nostro meglio per "annegare" nell'oblio del dolce far niente.
Viva l'Afrique !!
Michele e Anita


....continua....
marzo 2006
Durante il trasferimento da Nouakchott a Nouadhibou in Mauritania, abbiamo percorso i circa 500 km del Deserto del Sahara, mentre imperversava una temibile tempesta di sabbia dal deserto verso l'oceano che non neghiamo ci ha impensieriti un po' nel dover superare le grosse dune che si accumulavano lungo la strada e che, ammetto, il nostro camper superava in velocita' ma con grandi sforzi, tenuto conto che fuori l'ambiente era come la Pianura Padana, quando c'e' nebbia con visibilità molto ridotta.
Esperienze che rimarranno indelebili e che abbiamo documentato.


Venerdì 3 marzo siamo usciti dalla Mauritania, non senza "difenderci" anche da questa frontiera, da 2 doganieri, che non sapendo più quale pretesto inventare per guadagnarsi la " pagnotta" , hanno iniziato nel dire che le ricevute bancarie dei cambi effettuati nel loro paese non erano documenti ufficiali (sic!?) e minacciando ovviamente di non farci uscire dal paese.
Peccato per loro che invece di trovarsi in saccoccia qualche Ouguia (la loro moneta) di straforo, hanno rimediato un po' di voce grossa da parte nostra, per l’assurda, quanto inaspettata contestazione, ma che in compenso ci ha permesso di uscirne indenni.
Qui comunque è normale routine e non ci si fa caso .... anzi a volte è quasi un divertimento perchè si sa che, come hanno fatto spesso anche in Senegal, ci provano sempre.

Abbandonata quindi anche  la Mauritania, abbiamo ripercorso i famosi 4,8  Km circa  di pista chiamata "terra di nessuno" (no man's land) con molte pericolosissime mine, sparse qua e la' e siamo rientrati in Marocco, dirigendoci a Bir Guendouz per rifare rifornimento di gasolio ed acqua e riunendoci a gli altri 2 camperisti che non se l'erano sentita di seguirci, supponiamo per paura, in questa meravigliosa avventura.  

Assieme abbiamo deciso di fare i circa 20 km di pista per raggiungere Cap Barbas (detta anche Rock Chico, di spagnola memoria) ove risiede una comunità di pescatori specializzati nelle pesca delle aragoste.
Purtroppo, tale pesca inizia da metà aprile in poi e ci siamo dovuto accontentare di normali orate e pagelli a 2 euro al Kg.

Dopo pochi giorni di sosta a Barbas, abbiamo riattraversato la pista di tole ondulee’,lunga circa 20 km.  molto sconnessa (per fortuna che il nostro mezzo e' stato eroico nella “resistenza” al duro trattamento cui lo sottoponevamo, con l’unico “incidente” al Rimor su Ford dell’amico Gero che si è fortemente insabbiato ed abbiamo dovuto chiamare un trattore  dei pescatori perchè con pale e piastre antisabbia era impossibile tirarlo fuori (portarsi uno scooter dietro e' a volte provvidenziale).

Dulcis in fundo, o è meglio dire.. sfiga in fundo… dopo circa 10 giorni, si guasta anche la seconda pompa dell'acqua, speditaci dal concessionario Hymer tramite DHL nella capitale mauritana. Ora viaggiamo con una "pompetta" di pochi euro, prestataci dall' amico Alberto, che sta facendo miracoli..
Purtroppo, affrontare questi viaggi forse non basta più avere una sola scorta sic!!! .... ci attrezzeremo per il futuro, ma cio' credetemi non toglie proprio nulla al fascino dell'avventura della prima volta ... anzi lo carica di maggior entusiasmo.
Ripartendo quindi, da Cap Barbas e risalendo verso nord, abbiamo fatto tappa nuovamente a Dakhla' anche perche' il vento del deserto iniziava a soffiare con maggiore intensità e volevamo raggiungere una località nota per fare rifornimenti di prima necessità in quanto le nostre scorte erano all'esaurimento.

Dopo una permanenza di circa 8 giorni a Dakhlà, dove abbiamo avuto il piacere d' incontrare il mitico "Mac", come lo chiamiamo noi, alias Franco Zorzi (77 anni!! e camperista da 35) e consorte Adriana,  e sotto gli auspici di un'altra tempesta di sabbia, abbiamo intrapreso la risalita per altri 500 km ... ma .... adesso e' un'ora e mezza che faccio la guerra con questa tastiera arabo-marocchina in questo Internet Point e desidero terminare.

Infine prima di chiudere e per farvi sempre un po' di rabbia, aggiungo solo che ormai abbiamo superato i 2 mesi di Africa, siamo a circa 1500 Km da Tangeri, oggi è il 21 marzo, entrata della primavera, ma qui il caldo è gia' del nostro luglio .. ehehhhh .... naturalmente per noi europei .... mentre i locali viaggiano ancora con la "djellaba" , la loro tunica che funge da cappotto.
 Infatti guardano noi, in costume, come noi guardiamo il finlandese che viene a fare il bagno ad aprile nei nostri mari.
Un abbraccio a tutti.
W l'Afrique !!!

Michele e Anita

(Senegal in Camper - 2006) 
(1^ Parte)


(Senegal  in Camper - 2006 ) 
(2^ Parte)


(Senegal  in Camper - 2006 ) 
(3^ Parte)


(Senegal  in Camper - 2006 
(Parc du Djoudi) 
(4^ Parte)



1 commento:

  1. Lo rivedo sempre con estrema nostalgia!!!Bel viaggio con voi......

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